La sua voce
"Non è che non ti amo", giurai, guardando il volto di Shukri che impallidiva, "ma ho promesso di sposare un altro".
Arikh, il mio grande amore, in qualche modo mi aveva trovata. Avevo sentito la sua voce chiamarmi al chiaro di luna. All'inizio era tenue, temevo fosse soltanto un'illusione, creata dai miei sensi di colpa. Ma adesso era chiara come il giorno. Non lo avrei mai più lasciato.
Le sabbie turbinavano intorno a me nel vento impetuoso, mentre lottavo per seguire il richiamo della sua voce. Avevo bisogno di vederlo. Abbracciarlo. Sapere che mi aveva perdonata, affinché potessi perdonare me stessa. Mi arrampicai in cima a una duna e mi riparai gli occhi dal vento, fissando il buio. Chiamò di nuovo il mio nome. Era sempre più vicino.
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